Categorie:aflatossine, aurum terrae, biologico
6 Novembre 2018
Il problema delle Aflatossine in agricoltura migliora, ma non tanto quanto previsto.
259 campioni di mais, 36 centri di stoccaggio e nell’11% dei casi una contaminazione di aflatossine superiore ai 20 Ppb per Kg.
Dati incoraggianti rispetto agli anni 2012-2015 ma ancora non positivi come vorremmo.
L’attenzione di tutti verso questo argomento e la accresciuta consapevolezza fanno però sì che molto si stia facendo sia in termini di informazione che di prevenzione.
Allora elenchiamo alcune “buone abitudini” per provare a combatterle!
Aflatossine in Agricoltura – Best Practices
- Scegliere il momento giusto per la raccolta (percentuale di umidità non inferiore al 22%)
- Scegliere mietitrebbie a flusso assiale (per ridurre la rottura della granella)
- Autotreni perfettamente puliti, spazzati e soffiati
- Trasporto al centro essicazione in tempi brevissimi (per bloccare le muffe)
- Pulitura minuziosa del mais (il chicco deve essere pulito da ogni impurità, da tutto quello che non è mais)
- Centri di stoccaggio adeguati, ventilati, con intercapedini basali, macchine che raffreddano l’aria, ambienti chiusi e protetti da infestanti
- Granella sempre monitorata da sonde termometriche fin dal momento in cui viene stoccata per poter agire in maniera preventiva
- Prelievo di campioni ogni 20 o 30 giorni al massimo
E se comunque si sviluppano le aflatossine?
Esistono dei metodi per riportare i livelli sotto ai limiti di legge, ma sono procedimenti molto costosi, ed è per questo motivo che è necessario combattere affinché si sviluppi e si diffonda sempre di più una mentalità preventiva e non curativa.